Credits: www.themarilynmonroecollection.com
È un po’ difficile scrivere un post su Marilyn. Di lei si sa praticamente tutto, dall’infanzia difficile, con una mamma malata di schizofrenia, ai continui spostamenti presso amici, famiglie affidatarie e orfanotrofi, fino al lavoro in una fabbrica di munizioni, dove conobbe il fotografo che la lanciò come modella.
La sua vita sentimentale è stata piuttosto turbolenta, ma quello che pare certo è che lei abbia sempre avuto la sensazione di non essere amata veramente, tanto che soffrì di depressione e ansia e abusò di sostanze che – questa è la controversa versione ufficiale – la condussero ad una precocissima morte nel 1962.
Personalmente, mi dispiace tantissimo, a me piaceva tanto. Negli ultimi anni, nella mia città sono state allestite mostre con alcuni suoi oggetti personali e vederli dal vivo è stata un’emozione fortissima.
Marilyn è stata sposata tre volte. Al tempo delle prime nozze, lei si chiamava ancora Norma Jeane Mortenson Baker e convolò appena sedicenne con James (Jim) Dougherty. All’epoca viveva con la zia Ana Lower, a cui era affezionatissima, ma a causa dei problemi di salute di Ana, Norma Jeane dovette trasferirsi presso la nipote di lei, Grace Goddard e suo marito Doc. Vicino ai Goddard abitava giustappunto Jim Dougherty. Quando a Doc Goddard venne offerto un interessante lavoro in Virginia, Norma Jeane si trovava ancora sotto la tutela del giudice e non poteva partire. Fu così che, per evitare il ritorno in orfanotrofio, si prospettò l’idea del matrimonio con Jim. Il matrimonio durò circa quattro anni.
Poi fu il turno del mitico giocatore di baseball dei New York Yankees Joe Di Maggio, infine toccò al commediografo Arthur Miller.
Nelle foto con Dougherty, non si vedono anelli di sorta. In quelle del periodo Miller, Marilyn indossa una semplice fede matrimoniale.
La fase più interessante per quanto riguarda gli anelli è, a mio parere, quella centrale, ossia quella del matrimonio con Joe Di Maggio.
L’inizio della loro storia è leggendario: mentre il suo solito barbiere è intento a tagliargli la barba, Joe sfoglia la rivista National Enquirer e incappa in un servizio fotografico che ha come protagonisti la squadra di baseball dei Chicago White Sox e una frizzante biondina vestita da battitore, descritta come la “madrina” del club. Joe ne resta folgorato. Con l’aiuto del collega Gus Zernial dei White Sox, che aveva posato con Marilyn per il servizio fotografico, riesce ad ottenere il numero di telefono della nascente stella di Hollywood. Lei infatti, non era ancora una diva planetaria, mentre lui, al contrario, era l’eroe d’America, figlio di emigrati siciliani che aveva raggiunto il successo e la gloria. All’epoca Joe si stava avviando all’ultima stagione da professionista, sia per ragioni di età, sia perché aveva forti dolori alle mani causati dall’artrite.
I due iniziarono a scambiarsi lunghe telefonate, finché una sera riuscirono ad organizzare una cena al ristorante “Villa Capri” di Los Angeles. Si dice che Marilyn fosse piuttosto restìa ad incontrare Joe, che immaginava come il classico atleta arrogante e fanfarone. Tuttavia quando si rese conto che Joe era un uomo alla buona, gentile, riservato e rispettoso, lei si innamorò senza riserve. In realtà, Joe era una persona piuttosto ruvida, ma con Marilyn era diventato più dolce e paziente.
I fotoreporter li seguivano ovunque (anche perché Joe non aveva ancora ottenuto il divorzio dalla prima moglie) e la famiglia Di Maggio – in particolare il fratello Dominic – tentò più volte di dissuadere Joe dal continuare la relazione con Marilyn. Joe tirò dritto per la sua strada, innamorato più che mai e, dopo un paio di anni di frequentazione, durante una vacanza a San Francisco per fare visita alla famiglia di lui, all’improvviso chiese a Marilyn di sposarlo. Si racconta che Joe non avesse progettato la proposta e che chiese la mano di Marilyn in modo spontaneo, inaspettato, tanto che non aveva con sé alcun anello.
A due giorni dalla proposta, il 14 gennaio 1954, la coppia si recò in Municipio per la funzione civile, convinti che si trattasse di una cerimonia riservata. Invece la notizia, già trapelata, fece spuntare fotografi, giornalisti e fans. Marilyn era molto elegante, con un abito semplice color cioccolato e collo di ermellino. Joe scelse la stessa cravatta indossata nel giorno del loro primo appuntamento.
Il team del sito “The Marilyn Monroe Collection” ha controllato in modo accurato e approfondito le foto scattate durante quella giornata e ha notato che l’anello infilato da Joe all’anulare di Marilyn non è una tipica fede matrimoniale, bensì parrebbe essere un anello antico, elaborato, forse tempestato da piccole gemme. Poiché non risulta che questo gioiello sia stato mostrato in pubblico in molte altre circostanze, il sito ha espresso la teoria secondo la quale l’anello potrebbe essere un monile della famiglia Di Maggio prestato alla coppia per poter celebrare queste nozze così frettolose.
Credits: @Bettmann Archive / www.dailymail.co.uk
Ad un certo punto della loro storia, ma nessuno sa dire quando, dove o come, Joe ha sostituito l’anello delle nozze con il più celebre ed elegantissimo eternity che potete ammirare in questo famoso scatto di Milton Greene, che ritrae Marilyn durante una seduta di trucco:
Credits: www.themarilynmonroecollection.com
Purtroppo fu un matrimonio burrascoso. Nel giro di pochi mesi, forse anche grazie alla pubblicità gratuita derivata da questo matrimonio, lei sfondò al botteghino con due film e divenne una star. Lui era un uomo all’antica che l’avrebbe voluta a casa, divisa tra fornelli e pargoli. Si amavano, ma non si capivano. Secondo la leggenda, la goccia che fece traboccare il vaso, fu l’iconica scena del film “Quando la moglie è in vacanza” di Billy Wilder, in cui il vestito di Marilyn si solleva vicino al tombino di un marciapiede, scoprendo le sue splendide gambe:
Credits: www.mymovies.it
Ironia della sorte: fu la scena più celebre della carriera di Marilyn a portare il suo matrimonio al capolinea.
Seguirono litigi, discussioni, si dice anche botte. Lui era gelosissimo ed era talmente convinto che lei lo tradisse con l’insegnante di dizione Hal Schaefer, che la fece pedinare da un investigatore privato, su suggerimento dell’amico Frank Sinatra (il quale, forse, divenne anche lui un amante di Marilyn).
Dopo meno di un anno, Marilyn chiese il divorzio per “crudeltà mentale” di Joe.
Marilyn fu travolta da una spirale depressiva a causa della quale fu costretta a trascorrere dei periodi in ospedali psichiatrici, visse amori turbolenti (tra i quali il terzo sfortunato matrimonio con Arthur Miller) e impossibili (con i Kennedy), tra feste varie e frequentazioni pericolose.
Nonostante la separazione, il loro non fu mai un vero addio: ripresero presto a sentirsi, si confidavano, Joe le stava vicino sempre con affetto e senza invadenza, facendo il possibile per tenerla al sicuro.
Non so se, come alcuni sostengono, lui avesse intenzione di risposarla. Quel che è certo è che la morte di Marilyn fu per lui devastante. Fu Joe a organizzare i funerali di Marilyn nel cimitero di Westwood. Vedere l’espressione del suo volto, catturata dalle foto scattate durante il funerale, spezza davvero il cuore.
Joe visse fino a 84 anni e non si risposò mai più. Per tutti i 37 anni vissuti senza Marilyn, fece recapitare ogni settimana, invariabilmente, un mazzo di rose rosse sulla tomba della diva.
Si racconta che le sue ultime parole prima di morire furono: “Finalmente rivedrò Marilyn”.
L’eternity fu messo all’asta da Christie’s a New York nel 1999, insieme ad altri effetti personali di Marilyn. Sebbene un diamante mancasse, l’anello fu venduto per ben $ 772.500, a dispetto della cifra di partenza che era compresa tra i $ 30.000 – 50.000.
MAI MAI MAI accetterò o giustificherò un uomo che picchia o usa violenza contro una donna e spero sinceramente che Joe non abbia mai alzato un dito su Marilyn. Mi auguro che Joe sia stato solo un uomo dai ragionamenti all’antica, ma non un violento.
In tutta sincerità, ogni volta che rifletto sul valore intrinseco di un eternity, mi viene sempre in mente Joe, il suo sentimento impossibile e incompreso da tutti, eppure paziente e tenace. Lui che si addolcisce per amore di Marilyn e la sposa nonostante tutti gli consigliassero il contrario, ma soprattutto lui che – dopo la separazione – la ama a distanza come un sincero e fidato amico. In fondo l’amicizia non è una versione platonica dell’amore? E l’amore non ha forse anche una indispensabile componente di amicizia e condivisione?
L’amore e la devozione di Joe per Marilyn danno veramente senso alla parola “eternity” e a quest’anello dalla linea classica ed elegantissima che lui le ha regalato … finché morte non li ricongiunga…
Fonti:
www.theadventurine.com
www.vogue.com.uk
www.gazzetta.it
www.repubblica.it
www.marieclaire.com
www.marilynmonroe.altervista.org