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I diamanti sono pietre meravigliose! Sono magnetici, ipnotici e magici. Prima di raggiungere la vetrina della nostra gioielleria preferita, hanno compiuto un viaggio davvero incredibile …
FORMAZIONE E CENNI STORICI
Condizioni di estrema pressione (45,000 volte maggiore che sul livello del mare) e calore (circa 1150° C) hanno fatto cristallizzare gli atomi di carbonio di cui sono composti, a 150-200 km di profondità. I diamanti grezzi sono rimasti nascosti nelle profondità della Terra per centinaia di milioni di anni, fino a che esplosioni vulcaniche li hanno trasportati verso la superficie terrestre, mischiati al magma.
Le formazioni verticali di kimberlite sono ciò che rimane di questi antichi vulcani. Nel corso del tempo, varie erosioni hanno liberato i diamanti dalla loro pietra ospite e li hanno trasportati lungo i fiumi, lontano da dove si erano formati.
Fino alla fine del 1800, i diamanti venivano estratti prevalentemente da questi letti alluvionali. Oggigiorno, la maggior parte dei diamanti si trova nei filoni di kimberlite. La scoperta di giacimenti di kimberlite in Sud Africa nel 1869 segna l’inizio della moderna industria dei diamanti.
Con l’avanzare della tecnologia, nel 1970 la General Electric ha creato il primo diamante in laboratorio.
I diamanti vengono estratti prevalentemente in Russia, Sud Africa, Botswana, DR Congo, Angola, Zimbabwe, Namibia, Sierra Leone, Canada, Brasile, Australia, India.
Il diamante è il minerale più duro che si conosca: si trova al primo posto della scala Mohs (che determina il grado di durezza delle pietre) ed è ben 58 volte più duro rispetto al minerale che occupa il secondo posto, ossia il corindone, dal quale derivano rubini e zaffiri. Ecco perché per scalfire un diamante bisogna utilizzare un altro diamante.
Sono necessari da 1 a 3,3 miliardi di anni affinché un diamante si formi in modo naturale (ossia, sottoterra e non in laboratorio). Se vogliamo mettere le cose in prospettiva, pensa che la Terra ha 4,5 miliardi di anni e che i dinosauri si sono estinti 65 milioni di anni fa. Dunque, è emozionante immaginare che quando i diamanti di composizione più recente si sono formati, i dinosauri gironzolavano ancora sulla Terra!
Le difficili condizioni che un diamante deve sopportare per venire alla luce e il suo lungo percorso gli hanno fatto guadagnare il nome “adamas”, che in greco significa “l’invincibile”. Tutte queste sue peculiarità lo hanno reso la gemma più adatta a rappresentare l’amore puro, forte, eterno.
Gli antichi Greci credevano che i diamanti fossero le lacrime degli dei precipitate sulla Terra e che Cupido – dio dell’Amore – utilizzasse frecce con la punta di diamante.
Quindi, il legame tra i diamanti e l’amore va molto indietro nel tempo ed è davvero ricco di fascino.
LE 4 C
Poiché i diamanti sono senza dubbio una spesa importante, è opportuno che tu conosca questo argomento e che tu sappia per cosa stai pagando. Per venire in aiuto a tutti coloro che si interessano di diamanti, l’Istituto Gemmologico Americano (GIA) ha redatto dei parametri di valutazione dei diamanti. Questo sistema è universalmente conosciuto fra gli addetti ai lavori e i semplici appassionati con l’espressione “le 4C”.
Le 4c sono CARAT, CLARITY COLOR, CUT (caratura, purezza, colore, taglio) e rappresentano i requisiti fondamentali sui quali viene determinata la qualità di ogni singolo diamante.
Ti assicuro che varrà la pena studiarle: come giustamente sostiene il GIA, le categorizzazioni delle 4C sono “il linguaggio universale per descrivere la qualità di un diamante”. Studiarle ti darà più fiducia in te stesso e ti aiuterà a dare priorità agli aspetti che per te hanno maggior interesse e valore.
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Ogni C ha la sua rilevanza e contribuisce all’aspetto generale del diamante. Decidi tu quale C è la più importante per te in modo da sapere dove focalizzare la tua spesa.
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1_CARAT (caratura)
Il carato (abbreviato in ct) è l’unità di misura del peso del diamante.
La parola “carato” deriva dai semi della carruba che in antichità, durante la misurazione delle pietre preziose, erano utilizzati come contrappeso nelle bilance grazie al fatto che il loro peso è uniforme e pressoché invariabile.
Un carato equivale a 0,2 grammi ed è suddiviso in 100 punti, per cui un diamante da 0,40 carati può anche essere definito “da 40 punti”.
Bisogna tenere presente che più un diamante è pesante, maggiore sarà anche il suo prezzo, ma ATTENZIONE: il prezzo non aumenta in maniera lineare e proporzionale, bensì in maniera esponenziale. Esistono degli “scalini” di prezzo (che generalmente equivalgono ai pesi tondi, ad es. 0.5 ct, 1 ct, 1.5 ct, ecc.), superati i quali, i prezzi aumentano notevolmente.
Un’altra informazione importante è che, sebbene il carato sia l’unità di peso del diamante, esso non necessariamente riflette la dimensione che vediamo. La maggioranza delle persone ritengono che una grande caratura equivalga ad un grande diamante, tuttavia non sono solo i carati a determinare il modo in cui appare un diamante: fondamentali sono il taglio e le proporzioni. Se un diamante è tagliato mediocremente (ad esempio, con un padiglione troppo profondo), il peso sarà nascosto nella parte inferiore, rivelando una piccola corona e riflettendo la luce poco e male. Dunque, questo diamante sembrerà piccolo in proporzione al suo peso.
Al contrario, vi sono alcuni tagli e forme che fanno sembrare una gemma più ampia grande, ad esempio il taglio brillante di forma ovale, la cui linea allungata regala dimensioni apparentemente più grandi rispetto a un diamante a taglio brillante di forma rotonda.
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CONSIGLI PER RISPARMIARE
- Ipotizzando di avere di fronte due diamanti di identica qualità (in termini di purezza, colore e taglio), ma di carature leggermente diverse, noteremo notevoli differenze nel prezzo se uno dei due supera un certo scaglione. Ad esempio, un diamante da 1 ct può costare davvero molto di più rispetto ad uno che pesa 0.90 ct. Infatti, esistono degli “scalini” superati i quali i prezzi dei diamanti lievitano enormemente (in genere, come spiegato sopra, si tratta delle cifre tonde, quali 0,50 ct, 1 ct e così via). Dunque a parità di qualità e senza sacrificare la bellezza della gemma, si può risparmiare una discreta somma acquistando un diamante di caratura leggermente al di sotto dello “scalino”. Una volta che la pietra da 0.90 ct sarà montata, l’occhio umano non saprà distinguerla da quella da 1 ct. Questo trucco ti consentirà di risparmiare dei soldi e fare bella figura.
- Se non vuoi rinunciare al solitario, ma non puoi permetterti una caratura importante, valuta una pietra centrale piccola incorniciata da una fila di piccoli diamantini in pavé. Otterrai lo stesso luccichio di una pietra grande, ad un prezzo di gran lunga inferiore.
- Per quanto tu ci tenga ad acquistare un diamante dalle notevoli dimensioni, ti sconsiglio vivamente di considerarne uno caratterizzato da una grande tavola e da un padiglione poco profondo: la gemma apparirà sicuramente più grande, ma lo scintillio e la rifrazione saranno mediocri a causa del taglio dozzinale. Senza ombra di dubbio è meglio privilegiare la qualità e preferire un taglio che rientri almeno nella categoria “buono”.
2°_ CLARITY (purezza)
Durante il processo di cristallizzazione (che avviene a temperature altissime e sotto una forte pressione), è possibile che alcuni minuscoli minerali o cristalli restino imprigionati nella pietra.
Con il termine “clarity”, si indica in quale misura il diamante è privo di imperfezioni (esterne) o inclusioni (interne), analizzandolo con una lente di ingrandimento a 10x. Si esamina il numero, la tipologia, la grandezza e la posizione di queste eventuali inclusioni e/o imperfezioni. La presenza di queste caratteristiche può influenzare l’aspetto di un diamante.
Meno inclusioni ha il diamante, maggiore è il suo valore. Detto ciò, in gioielleria è consuetudine utilizzare diamanti le cui imperfezioni siano invisibili ad occhio nudo.
Ovviamente, i diamanti senza imperfezioni esistono, ma sono quanto di più raro si possa immaginare e, inutile dirlo, sono estremamente preziosi.
La classificazione internazionalmente accettata della purezza dei diamanti è stata redatta dal GIA (Gemological Institute of America) e prevede le seguenti categorie:
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FL-IF (massima purezza = privo di inclusioni) – considerate che meno dell’1% dei diamanti estratti appartiene a questa categoria
VVS1 – VVS2 (inclusioni molto molto piccole e difficili da rilevare a 10x)
VS1 – VS2 (inclusioni molto piccole difficili da rilevare a 10x = grado di purezza medio)
SI1 – SI2 – SI3 (piccole inclusioni facilmente visibili con lente di ingrandimento 10x = grado di purezza basso)
Nell’acquisto di un diamante, la purezza è molto importante poiché eventuali imperfezioni potrebbero compromettere la luminosità della pietra. In linea di massima, è consigliabile scegliere un diamante il cui grado di purezza non sia inferiore a VS1 – VS2.
CONSIGLI PER RISPARMIARE
Questa C ha una forte valenza simbolica poiché per molte persone rappresenta l’amore puro, perfetto, impeccabile. Tuttavia, a mio parere, questo valore simbolico è sovra-estimato, non solo perché i diamanti FL sono talmente rari che un gioielliere professionista potrebbe non averne visto nemmeno uno in tutta la sua carriera professionale, ma anche perché l’occhio umano (soprattutto se inesperto) non noterà mai la differenza tra un diamante totalmente puro ed uno che presenta inclusioni molto molto piccole. A meno che tu non abbia scelto un diamante taglio smeraldo (in cui le lunghe faccette rettangolari rendono le inclusioni più visibili rispetto alle piccole faccette di un taglio brillante), chiediti se per te vale davvero la pena spendere una fortuna per qualcosa che non puoi vedere.
In sostanza, considerando che molto probabilmente nessuno ti chiederà mai di consultare il certificato di qualità del tuo diamante, non è proprio il caso di spendere una fortuna e poi dichiarare bancarotta. Opta per una pietra con un grado di purezza VS1-VS2 (con imperfezioni / inclusioni invisibili a occhio nudo). Questo stratagemma ti consentirà di risparmiare sulla purezza, acquistando pur sempre un buon diamante, e magari spostare una parte del tuo budget verso un’altra delle 4C. La tua fidanzata sarà felice e lo sarà anche il tuo portafogli.
Prima di concludere, vorrei far notare che non esiste un diamante uguale ad un altro. É praticamente impossibile trovare due diamanti della stessa caratura, del medesimo taglio e grado di colore, con lo stesso numero, tipologia e grandezza di imperfezioni / inclusioni, disposte nella medesima posizione. Si possono paragonare queste imperfezioni alle nostre impronte digitali perché esse rendono ogni diamante un irripetibile e straordinario regalo da parte del nostro Pianeta.
Capisco che per la maggior parte delle persone sia desiderabile acquistare una pietra che sia il più possibile priva di difetti, ma a mio avviso, le inclusioni e le imperfezioni conferiscono una certa “personalità” alla pietra, la rendono unica e speciale, proprio come la persona che dovrà indossarla.
3°- COLOR (COLORE)
Nel settore dei gioielli, quando si parla del colore dei diamanti, ci si riferisce in realtà all’assenza di colore. Infatti, mentre si tende comunemente a descrivere i diamanti come “bianchi”, è bene sapere che sarebbe più appropriato definirli “incolore”.
Più un diamante è privo di colore e più è pregiato e, dunque, costoso.
La scala istituita dal GIA e internazionalmente accettata per la valutazione del colore del diamante è la seguente:
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D bianco eccezionale +
E bianco eccezionale
F bianco extra +
G bianco extra
H bianco
I-J bianco leggermente colorito
K-L bianco colorito
M, N-O, P-R, S-Z colorito
Questa scala identifica le diverse sfumature con le lettere dell’alfabeto, partendo dalla D (utilizzata per diamanti assolutamente incolori) per finire alla Z (che coincide con diamanti dalla palese tonalità giallina).
Le colorazioni più diffuse nella gioielleria sono F (bianco extra superiore), G (bianco extra) e H (bianco).
Se desideri acquistare un diamante incolore, ti consiglio di non acquistare pietre la cui valutazione sia inferiore alla lettera H.
Oltre ai diamanti incolore, vengono estratti anche diamanti colorati, definiti “Fancy”, che hanno una classificazione a parte. Se il diamante incolore è la più straordinaria tra le gemme, pensate che i Fancy sono una rarità: rappresentano appena lo 0,01% di tutti i diamanti estratti. Sono dei veri miracoli della natura e, in quanto tali, sono anche incredibilmente costosi.
Tra i diamanti colorati, quelli meno rari si presentano nella tonalità del giallo e del marroncino (denominati in modo evocativo “champagne” oppure “cognac”). Ne esistono anche di rosa, azzurri, verdi, arancioni, neri e di rarissimi rossi!
CONSIGLI PER RISPARMIARE
Se desideri un diamante incolore, tieni a mente che il colore del metallo su cui la gemma verrà montata gioca un ruolo fondamentale nel farla risaltare. Pertanto, un diamante con evidente sfumatura giallognola risulterà ancor più giallo su una montatura in oro giallo, mentre una montatura in oro bianco o in platino potrebbe farlo sembrare più incolore (ma ricorda che a partire dal grado J, K o L, il contrasto tra il metallo bianco e la sfumatura giallognola del diamante inizia a notarsi).
L’oro rosa regala un gradevole contrasto con i diamanti da D-H e dona un aspetto più tenue a quelli di grado inferiore alla M.
Oltre a questo criterio di valutazione, è fondamentale tenere presente la tonalità della pelle! Fai delle prove, indossa diversi anelli sotto differenti luci e scegli in base a ciò che ti sembra bello sulla TUA mano.
Potresti anche scoprire che preferisci diamanti che occupano una posizione più bassa nella scala di colore GIA (per esempio una J oppure una K) perché hanno una sfumatura più “calda”. É vero che i diamanti incolori sono più rari e più costosi, ma considera che potrebbero non essere i tuoi preferiti.
4°_ CUT (taglio)
Sebbene negli ultimi tempi, si stia affacciando la tendenza a montare anche pietre grezze, la stragrande maggioranza dei gioiellieri utilizza pietre tagliate per esaltare la bellezza delle loro creazioni.
Il taglio (che non va confuso con la forma) si riferisce alle proporzioni e alla simmetria con cui un diamante viene tagliato e lucidato. É l’unico parametro che prevede l’intervento umano ed è il più importante nel condizionare l’aspetto di un diamante. Il taglio determina la maniera in cui la luce si muove all’interno del diamante, il modo in cui viene riflessa e influenza la percezione sulle sue reali dimensioni.
Se un diamante è tagliato con le giuste proporzioni, la luce ritorna verso l’alto ed esce dalla tavola; se è tagliato in modo poco profondo, la luce fuoriesce dal padiglione verso il basso; infine se il padiglione è troppo profondo, la luce esce lateralmente.
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Per questo motivo, il taglio è la caratteristica essenziale per potenziare il riflesso della luce e per esaltare la brillantezza e la luminosità di un diamante.
La qualità del taglio è stata definita da GIA secondo questa scala di valutazione:
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Il processo del taglio prevede che parte della pietra grezza vada perduta, per questo motivo a un bravo tagliatore sono richieste abilità e maestria per limitare la perdita di materiale e, allo stesso tempo, enfatizzare la bellezza della gemma. Il taglio è un mix di arte e scienza per cui migliore è il taglio, maggiore sarà la luce riflessa dal diamante.
Oltre alle 4 C che ho appena esposto, vi è una quinta C, non “ufficiale”, ma estremamente importante:
LA CERTIFICAZIONE
Diamanti da 1 ct e oltre dovrebbero essere accompagnati da un certificato di autenticità redatto da un’associazione gemmologica indipendente. Il certificato deve includere una descrizione dettagliata delle 4C del diamante e, possibilmente, i dati relativi alla sua origine. In sostanza, il certificato serve per verificare il valore intrinseco del diamante che stai acquistando. Inoltre, deve rivelare se la gemma è stata trattata artificialmente per migliorare il suo colore e / o la sua purezza.
Assicurati che ti venga consegnato, è giusto che tu conosca la gemma che stai acquistando.
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La certificazione deve essere oggettiva e accurata, per questo motivo alcuni esperti la definiscono “la 5 C”.
Inoltre, se mai un giorno ti trovassi nella condizione di dover vendere il tuo gioiello, la certificazione di un istituto indipendente riconosciuto ti sarà certamente utile.
I principali istituti accreditati a livello internazionale sono:
- GIA (Gemological Institute of America): ha “inventato” le tabelle di valutazione delle 4C in uso a livello internazionale ed è un’istituzione no-profit che si occupa di ricerca ed educazione. Non acquista e non vende diamanti. È un punto di riferimento per tutti i professionisti del settore;
- IGI (International Gemological Institute);
- HRD Antwerp (con sede ad Anversa, Belgio).
Il certificato di autenticità e garanzia viene consegnato da tutti i più importanti brand del mondo. Alcune aziende forniscono certificazioni anche per diamanti di carature inferiori a 1ct.
Infine, vorrei aggiungere un ultimo, breve pensiero: lo studio delle 4C è molto importante, ma non deve essere troppo vincolante, quindi non diventare matto. Nessuno dei tuoi amici ti chiederà mai di mostrare la certificazione del diamante, né di poter osservare la gemma da vicino con una lente di ingrandimento! Acquista una pietra che ti faccia vibrare, che ti dia emozioni, che stia bene sulla mano e con la carnagione.
Affidati ad un gioielliere di fiducia e a marchi la cui serietà e qualità siano riconosciute. Non avere fretta e dai ascolto alle tue sensazioni!
Fonti:
www.gia.com
4cs.gia.edu
www.theknot.com
www.focus.it
www.matrimonio.it